Kairos

Ci sono giorni cui le parole faticano ad uscire dal cuore ed allora: musica, vino, foto. Cerco sordità, stato di ubriachezza molesto e sbiadisco le foto, sbiadisco in realtà il ricordo che queste mi riportano alla mente. Sbiadisco dolore, insicurezza, fatica...lavoro, cercando il bello che vorrei poter conservare come unico regalo. Siamo consumati dall'amore che cerchiamo nei nostri genitori, dall'amore che abbiamo tentato di non fare nostro per timore di essere abbandonati per l'ennesima volta.

Rimangono sguardi carichi di parole non dette e dio se pesano come granito. Levano il fiato. Quando giovedì ti ho salutato ho tentato di soffocare le lacrime, ma non ci sono riuscita. Le ho nascoste, non volevo che mi vedessero così, la chiamo sindrome da abbandono...in fin dei conti piango solo quando saluto te. Fatico molto in questo rapporto a distanza. Ti vedo nella normalità dei giorni, nella famiglia che ti sei costruito che io non ho avuto, il cuore fatica a mantenere la regolarità dei suoi battiti. Ci sono voragini di incompiuto che non potranno mai essere sanate con nulla. I vuoti dell'amore rimangono, come quello del Great Blue Hole, Belize. Ci rendono ciò che siamo nel nostro oggi, meravigliose creature complesse. Non mi manca il coraggio per le grandi guerre, sono stata addestrata come un soldato, da un soldato. Saluto e batto i tacchi a comando. Non devo mai aggiungere parole ad un tuo sguardo, non devo spiegarti un mio pensiero, la genetica ha voluto far passare anche questo conoscersi, pur non avendo avuto il tempo di viversi. Comandi. Bisogna essere forti per starmi vicino, la tempesta dell'emotivo trascina dentro tutti, ma poi sono io quello sguardo che diventa porto sicuro.

Buon compleanno, festeggiamo traguardi e non il tempo che non ci è stato favorevole.

Festeggio occhi che mi vogliono bene, che mi amano, che mi cercano, che mi desiderano perchè saranno l'ultimo ricordo che avrò un giorno, le parole non saranno mai sufficienti, abbiamo bisogno di sguardi che ci sappiano accarezzare l'anima.